Brian Joubert: intervista sulla nuova avventura in coppia con Gerboldt

La notizia è da qualche giorno sulla bocca di tutti. Brian Joubert, ormai quasi trentenne, pare seriamente intenzionato a gareggiare nelle coppie di artistico assieme a Katarina Gerboldt. I due ragazzi hanno già fatto alcune sessioni di allenamento sotto la guida di Oleg Vasiliev. Cerchiamo di capire qualcosa cosa c’è dietro questa decisione di Joubert e come sia maturata grazie alla traduzione dell’intervista rilasciata dal pattinatore a E.Vaytskhovskaya, apparsa su Sport-express.ru ( http://winter.sport-express.ru/figureskating/reviews/46727/ ) e tradotta in inglese da TAHbKA per il forum FSUniverse ( http://www.fsuniverse.net/forum/showthread.php?92693-Vaytskhovskaya-s-interview-with-Joubert-I-don-t-have-time-to-lose )

Nella scelta di Joubert pare abbia anche pesato una telefonata ricevuta da Gérard Depardieu, noto attore francese che da qualche tempo si è ormai trasferito in Russia. Depardieu avrebbe chiamato Vasiliev chiedendo di poter parlare con Joubert, benché i due non si conoscessero. C’è stata così una cena, in seguito alla quale pare che Brian abbia preso la sua decisione. E se dovesse aver problemi con la Federazione francese, Gérard gli ha scherzosamente detto di riferire che dovranno vedersela con Obélix!

Ma veniamo all’intervista. Brian ora deve rientrare in Francia ma dice che tornerà in Russia per continuare a lavorare a questo nuovo progetto, anche se non può promettere di farlo immediatamente.

EV: Come mai non sei certo sul quando?
BJ: Avevo già dei precedenti impegni per degli show. Verso la fine di Luglio sarò in Giappone per un workshop di 4 giorni e per partecipare a 6 show. Sono sorpreso di quanto mi sta accadendo. Mi trovo bene con Katarina. Le cose sul ghiaccio funzionano e quindi abbiamo deciso di continuare ad allenarci per poter gareggiare in futuro per la Russia.

EV: Quali sono state le tue prime impressioni?
BJ: Sensazioni diverse. A volte anche di preoccupazione e questo non solo per gli elementi di coppia, ma anche per i salti. Saltare da solo e farlo con qualcun altro è diverso. Devi prendere e tener conto del ritmo, controllare ogni movimento e tenere presente che accanto a te c’è la tua partner. Così per i sollevamenti, che sono prima di tutto difficili psicologicamente – ho dovuto usare dei muscoli che un pattinatore di singolo difficilmente usa. E c’erano tantissime informazioni da tenere presente, mi girava la testa. Ma mi è piaciuto.

EV: Tua madre è stata la tua manager per tanti anni. In un’intervista ha detto che sei troppo giovane per essere manager di te stesso. Ora che stai provando a fare coppia di artistico non hai la sensazione di essere troppo vecchio?
BJ: Nel pattinaggio singolo sono un nonno. Lì ormai tutto quello che potrei fare è pattinare negli show. Ma come coppia è diverso. Però mi rendo conto che non ho tempo da perdere.

EV: Non hai mai passato molto tempo all’estero.
BJ: Giusto e capisco che potrebbe essere un problema. Sono abituato ad avere attorno la mia famiglia ed i miei amici. E, ancor di più, fino ad ora ero sempre stato sicuro che non avrei passato molto tempo fuori dalla Francia. Forse è il momento di cambiare? Comunque ovviamente ne dovrò parlare prima di tutto con la mia famiglia. Questa è la sola cosa che potrebbe influenzare la mia decisione. Il resto – abituarmi alla nuova disciplina, pattinare con una partner, imparare nuovi elementi ecc ecc – non mi spaventa.

EV: Sei così dipendente dalla tua famiglia?
BJ: Mi sono reso conto che mia madre non potrebbe venire con me per continuare ad organizzarmi la vita e aiutarmi. Dà una mano a mia sorella maggiore con i suoi bambini – il più grande ha 11 anni e l’altro quattro. Non posso aspettarmi che rinunci ancora a tutto per me.

EV: Di tutto questo ne hai parlato con lei?
BJ: Non ancora.

EV: Da quello che so, tua madre non vorrebbe che tu continuassi a gareggiare.
BJ: Ha insistito affinchè mi ritirassi 4 anni fa, dopo i mondiali di Torino dove arrivai terzo. Ma sono stato testardo. Ora sarebbe il momento di ritirasi: ho  molte offerte per gli show, ho firmato un contratto televisivo. Sono richiesto. Ma allo stesso tempo l’idea che io possa pattinare in coppia attira mia madre.

EV: Perchè Russia e non Francia?
BJ: Mi piace la competizione.

EV: Cosa ti ha detto Gérard Depardieu a proposito della Russia?
BJ: Non molto. Abbiamo parlato soprattutto di cose pratiche – visto che Gerard ha passato qui molto più tempo rispetto a me. Ma so che russi e francesi sono molto simili. A volte può sembrare che non siamo molto entusiasti di far entrare stranieri, ma una volta che vengono accettati diventano uno di noi. Per tutti. Quanto meno questo è quello che succede nel pattinaggio, dove non ho mai avuto problemi di comunicazione con i pattinatori russi. Non penso che avrò ora di questi problemi. Mi sento a mio agio nel vostro Paese e sono molto serio nelle mia intenzione di rappresentare la Russia.

EV: Quanto tempo presumi che ci vorrà per creare un programma intero con una partner?
BJ: Suppongo 5-6 mesi. Imparo in fretta. La parte più difficile non saranno i sollevamenti, i twist o i lanciati, bensì le trottole. Ma è tutta una questione di allenamento.

EV: La Federazione francese come ha preso la tua decisione?
JB: Non lo sanno ancora. Andrò in Francia per incontrare il presidente settimana prossima e discuterne.

EV: E che dire se ti offriranno di rappresentare la Francia?
JB: Sono quasi certo che lo faranno. Ma ottenere il passaporto francese per Katarina sarà complicato. Nel nostro caso è una procedura lunga.

EV: I contratti che hai firmato quanto ti limitano?
BJ: Al momento ho un solo contratto che non posso rescindere – partecipare all’edizione di “Dancing with the stars” che comincerà a settembre. Spero di rivelarmi un pessimo ballerino e di essere eliminato alla prima puntata. Per gli show, al momento non ho firmato nulla, ho solo offerte.  Si tratta di parecchi di soldi, quindi ci devo pensare prima di prendere una decisione.

EV: Quanto è importante per te il denaro e quanto facilmente riesci a rinunciarci?
BJ: Guarda, ho speso un sacco di soldi per prepararmi per le olimpiadi di Sochi. Dopo che ho comunicato alla Federazione che avrei lasciato Parigi per tornare a Poitiers, mi hanno sospeso i finanziamenti. Quello è stato il mio no al denaro: se fossi rimasto a Parigi la Federazione avrebbe continuato a pagarmi le spese e la cosa mi veniva sempre fatta presente. E’ stato uno stupido ultimatum, un tentativo per tenermi nella capitale. Ma ora non è importante. La situazione nella quale mi trovo adesso mi permette di compensare il sostegno economico che non ho ricevuto. La cosa non ha pesato economicamente solo su di me, bensì su tutta la mia famiglia. Sarebbe sbagliato adesso rinunciare ad essere pagato senza prima consultarmi con i miei familiari.

EV: Riuscirai a conciliare gli allenamenti con il dover pattinare negli show?
BJ: Spero di sì. E’ un motivo in più per mettercela tutta.

EV: Quanto sei seriamente intenzionato a diventare un allenatore di coppie di artistico una volta che avrai lasciato le competizioni e quindi tentare di fare esperienza pratica adesso in tal senso?
BJ: Non è esatto, ma vero in generale. Sogno di poter aprire una scuola di pattinatoio in Poitiers. La nuova pista è stata costruita con quell’obiettivo. Non penso sia giusto limitarla al solo pattinaggio in singolo, e quindi penso che avere un’esperienza come coppia di artistico sia la cosa giusta da fare. E’ una motivazione in più, se voi vederla così.

EV: Quali saranno i vostri punti di forza rispetto agli avversari?
BJ: I salti. Abbiamo provato il triplo-triplo in parallelo e non era male. Ci sono altre idee. Anche se i sollevamenti mi hanno quasi ucciso – dopo il primo allenamento i muscoli mi facevano male. Ma ho capito che, se la tecnica è giusta, non ci vuole poi troppo sforzo. Su dove la tecnica è fino ad ora arrivata, Oleg Vasiliev è un grande professionista.

EV: Hai avuto paura a sollevare la tua partner?
BJ: Certo che ne ho avuta. Odierei essere la causa di un infortunio di Katarina. La responsabilità è enorme. Mentalmente è dura. Ad esempio abbiamo provato il flip lanciato ed è riuscito benissimo al primo allenamento. Sabato invece, come hai visto anche tu, non è riuscito neppure una volta. Però siamo riusciti a fare la death spiral. Ma va bene - lo stesso mi accadeva con il quadruplo - a volte lo atterravo al primo tentativo e altre volte non riuscivo a capire cosa mi accadesse mentre ero in aria.  Non ho intenzione di mollare, anche se i miei amici francesi pensano che io sia pazzo.

EV: Davvero?
BJ: La maggior parte delle persone non comprende le mie motivazioni. Pensano che ormai io abbia fatto tutto quello che potevo come pattinatore e che ora sia il momento di divertirmi con gli show e guadagnare soldi, e non quello di ributtarmi ancora nello stesso duro lavoro senza sapere quali saranno le conseguenze. Ma sono troppo abituato a quel tipo di vita.

EV: Forse, come Evgeni Pluschenko, ti spaventa l’idea di lasciare le competizioni?
BJ: Forse. E’ come una droga. Anche se io la vedo come una sfida.

Video messaggio di Brian da Mosca: